Fine stagione giovanili: il punto di Alessio Fioravanti

Alessio Fioravanti coach

Primo anno da responsabile del settore giovanile prenestino per Alessio Fioravanti, un settore su cui la dirigenza aveva puntato fortemente nell’ottica di un potenziamento delle strutture e un programma a lungo termine. Il coach toscano ha accettato la sfida districandosi in una nuova realtà che non lascia davvero mai tempi morti, proseguendo attività e pianificazione anche in questo apparente periodo di “sciogliete le righe”.
Abbiamo voluto sentire le impressioni di Alessio al culmine di questi dodici mesi di lavoro.

Ciao Alessio, non possiamo che cominciare dal chiederti un resoconto del lavoro svolto: pensi siano stati realizzati tutti i progetti ideati in estate? quanto ti ritieni soddisfatto di quanto portato avanti?

“Al mio arrivo mi è stato chiesto di affrontare diversi problemi e ritenere questo un anno zero di ripartenza. Non possiamo certo definirci una super-potenza al livello di altre nel mondo delle giovanili, ma ci siamo impegnati duramente e siamo riusciti a creare una collaborazione importante con la Fortitudo Cisterna, che ritengo a conti fatti positiva. Se vediamo ancora i meri risultati, abbastanza soddisfatto di aver raggiunto il massimo per quelle che erano le nostre possibilità, partendo dai più piccoli Under 13 e Under 14 sotto età sono arrivate a un passo dalle Finali. Under 16 che si è distinta nettamente, col secondo posto nella fascia B e l’Under 15 credo fosse quella che presentava maggiori problematiche ma in poco tempo siamo riusciti ad avere miglioramenti notevoli e tangibili e da outsider siamo andati a giocarci un posto tra le prime otto del Lazio. Discorso simile per l’Under 18 sapeva di essere in un campionato tosto, pagando in fisicità come noto, ma alzando tuttavia il livello di competitività con il passare dei mesi.”

Come ti sei integrato nel nuovo contesto, tornando a dedicarti ai giovani dai senior, in una città nuova e un movimento regionale in continuo fermento?

“E’ sempre un po’ difficile passare dal mondo dei senior in Serie B a quello degli under, sia per il fatto che ti confronti con dei professionisti che ognuno a modo suo hanno bisogno di essere sfruttati secondo le loro caratteristiche, sia per le differenti esigenze che hanno dei ragazzi minorenni. Ti ritrovi a relazionarti con la scuola, con lo sviluppo degli adolescenti, in palestra dunque si va non solo a formare giocatori ma anche gli uomini. Impartire il senso del dovere di venire ad allenarsi, e farlo in un certo modo per come lo intendo io, aggiunge un compito in più a quelli di un semplice allenatore: alla fine devo dire che se c’era intenzione innanzitutto di crescere dei ragazzi e non ottenere dei risultati, beh la convocazione di atleti nelle varie rappresentative regionali, che non erano precedentemente stati considerati, è un punto a nostro favore.
Ho trovato un ambiente a me piacevole, lontano dal caos ma pur sempre vicino a una città come Roma. Sportivamente parlando HSC e Stella Azzurra sapevamo essere a un livello inarrivabile nella regione, noi abbiamo pensato a confrontarci con il resto e speriamo con il passare degli anni di fare ancora meglio.”

Quali valutazioni ti impone di fare il tuo ruolo a fine stagione e quale credi possa essere il prossimo step per un’ulteriore crescita?

“A bocce ferme ci troviamo a valutare la stagione sul lavoro fatto, su quello che c’è ancora da migliorare e le idee da portare avanti, parlandone ovviamente con la società. Cerchiamo di confermare l’impressione che abbiamo dato, che a Palestrina si lavora bene, sviluppando il discorso del reclutamento che è nei programmi societari col potenziamento della foresteria e alcuni ruoli di responsabilità che verranno ufficializzati a breve. Vediamo il prossimo anno come un proseguimento della base di partenza costruita in questi dodici mesi, una strada che ci vedrà sempre orientati al miglioramento dei ragazzi, senza escamotage tattici per vincere una partita o un campionato. Questo è quanto abbiamo dimostrato coi fatti, consapevoli che è la linea di lavoro giusta.”