La forza di essere Palestrina

di MASSIMILIANO ROSICARELLI
La storia del basket si scrive tutti i giorni sul parquet, quindi diventa continuamente soggetta a evoluzioni e aggiornamenti, peraltro è innegabile che vi si possano individuare delle costanti, degli andamenti sistematici. La storia del basket a Palestrina si scrive anche guardando negli occhi le persone e, da quell’8 maggio del 2001 qualcosa è cambiato, in termini di progettualità, di budget, di innovazioni al passo coi tempi. Questo magic-moment targato Pallacanestro Palestrina è la conferma di un nostro concittadino che ci ha messo la faccia subito, anche andando incontro a critiche, a smorfie, a perplessità che oggi invece sono un battito di mano, di ringraziamento per quest’asticella alzata col passo mai più lungo della gamba. Vedere Giuseppe Cilia, al fianco di Fabiola e Sarah applaudire tutto il PalaIaia nel coro spot Pa-Pa-Palestrina e in quel Giorno all’improvviso ha rimesso in luce, semmai ce ne fosse bisogno quel senso di attaccamento alla città e alla gloriosa casacca arancio verde impreziosita quest’anno da campioni che danno l’anima, tanto in allenamento, tanto in gare ufficiali. La vittoria col Matera, per niente scontata per la caratura dell’avversario è la riprova di come questa Pallacanestro Palestrina sia lanciata verso un play-off da sicura protagonista. Ora arriva il bello, vincere cioè le ultime 2 gare e confermare la seconda piazza senza pensare ad accoppiamenti play-off perché per chiudere la stagione regolare lì, dove siamo ora, non servono calcoli, ma solo la consapevolezza di continuare un cammino intenso, fatto di sacrifici, di geniali giocate singole e di squadra. Già, al squadra. Dici squadra e pensi a coach Ponticiello, immersosi nella città del Pierluigi con un silenzio tombale, quasi rispettoso senza voler fare chiasso, un qualcosa del tipo, “permesso, posso?” ma colmo di professionalità e dedizione al lavoro che sta dando i suoi frutti. Maestro di basket e di vita, ha dato dimostrazione di poter proseguire un progetto iniziato da anni, impreziosito oggi dalla bravura esperta di una mano che in partita, tra accorgimenti e cambi ordinati dalla panchina, porta dritti all’apice del godimento domenicale, tanto in casa che fuori. D’altronde non si è secondi per caso, non si ambisce all’A2 tanto per dirlo. La gente a Palestrina ha fame, il PalaIaia è la certezza di una città che mastica pane e basket, tutto bello, impreziosito da quel ritornello che ti mette i brividi quando lo canti a lavoro o in macchina, a casa o passeggiando e che ti fa pensare già alla prossima gara, direzione play-off, Pa Pa Palestrina.