Ben ritrovato Donato

“…BATTI LE MANI, IN CAMPO C’E’ DONATO…”

Quanti canticchiavano quel coro a Palestrina in quel tempo, e oggi avvertiamo chiaramente come il suo nome appartenga a un basket che probabilmente non c’è più. E non ci riferiamo solo ai prolifici anni 90 zeppi di campioni per la Nazionale e non, ma soprattutto a quello vissuto dai nostri colori ad inizio secolo. Non ci è dato sapere con certezza il motivo, ma per molti nostalgici di quel decennio si respirava un’aria particolare, con tanti nomi che animavano i campionati minori come la B Eccellenza e la B2. Un fervore che si respirava nei palazzetti sempre pieni e ovunque si andasse animati da tifoserie organizzate, non si era ancora nell’epoca dei social attuali e le notizie rimbalzavano da siti internet (alcuni scomparsi) ai forum dei tifosi come Basketcafè, e l’Italia nell’estate del 2004 faceva sognare in Grecia un Paese intero. Pochi mesi dopo Palestrina si faceva coinvolgere dalla notizia dell’approdo in arancio verde di un veterano eccezionale: Donato Avenia. La squadra di Binetti aveva tutte le carte in regola per vincere, e Donato divenne in breve uno dei fari segnando caterve di punti. Presa posizione in post (basso o alto) il suo tiro avrebbe fatto il resto, se lasciato libero dall’arco le sue bombe erano una sentenza, il pubblico imparò a scandire il suo nome e Palestrina sognò davvero quella promozione. Ci arrivò vicina ma non riuscì sul campo, dovette attendere le sorti del ripescaggio e così diventare la “Cenerentola” della B Eccellenza, infilata in un girone nord difficile e competitivo. Una squadra con pochi estimatori, in cui Avenia rimaneva il giocatore più rappresentativo ma che molti designavano ormai troppo vecchio per incidere. Quel carattere brontolone ne faceva poi un cruccio per arbitri e avversari, ma Donato scrisse un’altra stupenda pagina della sua carriera e trascinò una delle più emozionanti formazioni di Palestrina a un cammino portentoso. Lui divenne capocannoniere della categoria con quasi 25 di media, prima del suo infortunio si sognò una storica vittoria contro la Scavolini Pesaro, ma lui si riscattò decine di volte fino ai Quarti contro Pistoia. Il basket ricordò la stagione successiva quanto le cose possano cambiare, e che i nomi non fanno sempre un gruppo, anzi col senno di poi avvenne il contrario. In particolare la convivenza difficile con il neo acquisto Palombita creò diversi problemi e la terza stagione di Donato si esaurì presto. A dicembre la decisione di lasciare, ma volendo regalare l’ultimo sorriso nella gara più sentita il derby contro Veroli. Avenia fu disarmante, da manuale del basket nel primo quarto, lottando con la ferocia di un ragazzino e a fine sera la maglia nr.14 venne ripiegata per l’ultima volta. Finiva così l’avventura in arancio verde di uno degli atleti più talentuosi e carismatici della storia recente, questo il ricordo di chi lo ha apprezzato dal vivo, questo il prezioso lascito che vogliamo infondere in chi non lo ha ammirato e che magari domenica lo vedrà per la prima volta sulla panchina ospite.