NON VIOLA MA ROSSI DI CONTENTEZZA

DI MASSIMILIANO ROSICARELLI
Commentare e riassumere una partita di pallacanestro come Palestrina – Reggio Calabria, andata in scena al PalaIaia in occasione della 2 giornata di ritorno del Campionato Nazionale di Serie B Girone D, in una fredda domenica di metà gennaio è come vietarla ai deboli di cuore per motivi facilmente intuibili. Aggiungiamoci poi la bellezza di ammirare cestisti che, dall’una e dall’altra parte non hanno bisogno di presentazione perchè parlano i propri curriculum e l’ingrediente è servito sul piatto di tifoserie calde, caldissime. Una partita spettacolare, bella dall’inizio, sentita, a tratti ostica e molto figlia dell’esperienza ma decisa dalla gioventù e dalla tenacia di chi il cuore lo ha dipinto di arancioverde, con battiti non viola, ma Rossi. Di cognome fa proprio Rossi ma se lo chiami Giammi intuisci che parliamo e scriviamo di lui, Gian Marco Rossi, capace di prendere per mano non solo i compagni, ma tutto il PalaIaia di fede arancioverde, trascinandolo in un tripudio di contentezza, fierezza, orgoglio tipicamente prenestino. L’81 a 72 contro la forte avversaria calabrese è la logica conseguenza di un qualcosa che, di settimana in settimana si sta costruendo, nonostante la malasorte privi Palestrina di presentarsi una domenica e dico una domenica al completo. Miracolo di chi sa mascherare le assenze con il piglio dell’Essere prenestino e Lui, Ciccio Ponticiello si è calato nel ruolo del Prenestino Doc con quell’educazione che non te la vai a comprare al mercato rionale ma te la porti dritta in ogni esperienza di lavoro, di Vita ma a volte a tutto c’è un limite e la pzianeza anche Lui dimostra di perderla rientrando sempre in binari consoni al Suo blasone. Nella copertina che riassume la vittoria e il balzo a quota 26 punti, seppur in Condominio con Matera e Salerno, dietro solo al prossimo avversario, Caserta, che ci attende domenica, i personaggi chiave sono tutto il team, indipendemente da tutto e da tutti perchè come si perde assieme, si vince sorpattutto col gruppo. Le triple di Rossi sono figlie di chi ha permesso all’idolo della Dea di potersi smarcare da avversari inermi davanti al gioco frizzante e Gagliardo di questo Palestrina. La difesa di Beretta, il carisma di Rischia, Morici, la bellezza delle giocate per palati fini di Carrizo e Ochoa, ma tutto deriva da quel che si preprara in settimana e si mette sul parquet la domenica. Una vittoria diversa dalle altre, perhè porta l’apice del godimento a tutta la città nel momento in cui si è ospitata una Nobile della palla a spicchi nazionale, battuta davanti ad un pubblico non Viola ma di Rossi tifosi che si sono anche imbufaliti per alcuni fischi incomprensibili, a tratti irrigiditi davanti a titubanze arbitrali, a comportamenti anomali con allontanamenti di tesserati che non comprendiamo sino in fondo. Ma alla fine lo Sport ti ridà quel che ti viene tolto e non poteva che finire con l’alzata al Cielo delle braccia e delle canotte arancioverdi con una vittoria schiacciante e molto indicativa per il futuro più che presente: questo Palestrna darà del filo da torcere a tutti, al completo o quasi, attendendo i pieni recuperi di Rizzitiello e Banchi, ma con un Rossi super che ha fatto scaldare i volti non Viola ma Rossi della gente, quella gente che quasi senza più voce ha innalzato il nostro coro, la nostra bandiera, la nostra frase che a sentirla e a cantarla ti fa venire i brividi, Pa Pa Palestrina, tutti in piedi per Palestrina.