Lettera aperta di Giuseppe Cilia a Gianni Petrucci

Gentile Presidente,
Sono molto dispiaciuto perché avendo avuto il piacere di conoscerla avrei voluto affrontare temi così delicati in altra occasione ma purtroppo non riesco a trattenermi.
Le scrivo perché da sempre nella mia vita è presente la pallacanestro, passione che ho avuto cura di trasmettere ai miei figli che hanno avuto la voglia di continuare a mettersi in gioco dopo di me e che esattamente come me sentono sulle loro spalle il peso di una storia che li precede e per la quale non si può far altro che lavorare sempre più duramente per raggiungere grandi risultati…
54 anni di storia, matricola 000222, più di 300 tesserati, una media di 700 spettatori a partita, una città intera che vive di pallacAnestro alla quale questa sera sarà inibita la possibilità di poter incitare la propria squadra, ragazzini privati della gioia di poter sostenere i propri paladini, genitori e parenti privati della possibilità di veder giocare i propri figli, tifosi arrabbiati con una società che è inerme di fronte ad una tale ingiustizia.
La domanda è solo una… Perché?
Le persone se la prendono con la società ospitante la partita che ha messo a disposizione solo 30 biglietti ma la verità caro presidente è che la colpa non è delle Società ma di una situazione non normata che va avanti da anni.
È vergognoso e offensivo che una Federazione sportiva permetta che una semifinale della terza categoria nazionale venga giocata in palazzetti omologati per 200 persone, è vergognoso dover privare le persone di vedere uno sport nobile come la pallacanestro, è offensivo mettere le società nelle condizioni di non poter Neanche far partecipare alla gara i più stretti collaboratori.
Lo scorso anno quantomeno la società Eurobasket Roma ha avuto l’umilta’ di capire che al di là del vantaggio tecnico di giocare in un complesso che non potesse recepire tutti i tifosi e ha deciso con sforzo di giocare le semifinale al Palazzetto di Viale Tiziano. Semifinali a cui lei Presidente ha assistito, e converrà con me che sono state un festa sportiva , uno spettacolo, tutto quello che dovrebbe essere insito dietro una manifestazione sportiva come questa .
Domenica e martedì al Palaiaia è stata una festa, so che lei abitualmente frequenta altre palestre ma mi creda se le dico che è stato uno spettacolo meraviglioso e oggi ci ritroviamo a dover giocare praticamente senza tifo in una palestra con questo tipo di omologazione, con tifosi imbizzarriti che sui social hanno cominciato a sfogarsi con le persone sbagliate alimentanti odio e situazioni di dubbio gusto…
Ci siamo trovati assaltati e senza saper dare risposte a più di 600 persone, tra famiglie e bambini che avvicinati a questo meraviglioso sport , si vedono negare il sogno di seguire un gruppo di ragazzi che lottano per una serie A2
I responsabili morali di tutto questo sono i Palazzi della Pallacanestro sempre meno presenti,sempre meno vicini alle esigenze delle società, sempre più distaccati dalle logiche del “fare” e soprattutto da quelle del ” fare bene”.
Le scrivo perché esasperato è dispiaciuto,dopo aver per anni investito economicamente affinché una società storica come la nostra rimanesse nel panorama cestistico nazionale di alto livello in un periodo storico-economico che come lei ben Sa non sorride alla stabilità delle società sportive.
La mia non vuole essere una sterile polemica ma spero che la cosa venga accolta come un invito a fare qualcosa, per dimostrare che non c’è il tragico immobilismo che si percepisce e con l’augurio che situazioni come questa non accadano più.
La saluto cordialmente.

Un ex presidente, eterno tifoso della Pallacanestro Palestrina.