Finale thrilling ma è 68-70 per Pescara

PALESTRINA: Baroni 4, L.Perna , Rossi 11, Molinari , Vitale 20, Di Giacomo 2, Cara , Brenda 11, S. Perna ne, Samoggia 20

All.: F. Longano

PESCARA: Pepe 17, Rajola 12, Maino 26, Buscaino , Di Fonzo ne, Mar.Timperi 2, Mat.Timperi , Di Donato 5, Di Carmine, Dip 8

All.: E. Fabbri

Arbitri: Vitaliano Battista di Firenze e Marco Venturi di Siena

Parziali: 19-16, 35-33, 48-56

C’è il ritorno atteso di Vitale, che prende il posto dell’infortunato Omoregie, nei dieci all’assalto del Pescara. Proprio lui apre le danze, ma anche Maino inizia lo show dall’arco di Pescara, i primi minuti vedono ancora tanta Palestrina, praticamente infallibile e reattiva al massimo con Rossi che ruba persino una rimessa e segna il 10-3. Non si ferma lo spettacolo da tre, anche Rajola si inserisce, ma Vitale concede il bis (13-6). Piccolo riavvicinamento ospite che viene nuovamente trafitta dal nr. 10 di casa, Rossi pasticcia un po’ e Pescara sciorina un buon gioco, fatto di blocchi e tagli che trovano talvolta la difesa arancio verde impreparata. Un 1/2 di Rossi chiude la prima frazione, un trascinante Maino guida i suoi alla parità, felicità effimera con la tripla di Brenda del 24-21. Pepe esce dal match con tre falli a carico, Vitale invece è inarrestabile, perfeziona un primo tempo da 6/9 da tre con una facilità irrisoria, nonostante i pochi giorni di allenamento. C’è lui a ricreare il vantaggio annullato in precedenza dal sempiterno Rajola, ma prima della sirena di metà gara gli abruzzesi sono di nuovo lì ad un solo possesso di distacco. Vitale a 20 punti chiude praticamente qui la serata, con gli ultimi minuti regalati nella terza frazione, quando però Palestrina si perde e finirà per realizzare quattro punti in sette minuti. Citysightseeing lenta e prevedibile, con affrettati tiri da fuori che colpiscono a malapena il primo ferro, Pescara approfitta dello sbandamento e mette in mostra invece un 2/2 da tre di Pepe che raggiunge a sua volta la doppia cifra. Sul 39-52 costruito da Maino e Di Donato, in seguito a una circolazione di palla efficace con tiri comodi che gli ospiti non rifiutano, Longano cerca di cambiare l’assetto e ottiene finalmente dei segnali di risveglio. Samoggia si rende protagonista e confeziona delle azioni personali di gran classe, quello che ci vuole per riaccendere la speranza dei prenestini. Dal 44-56, come sette giorni fa, Palestrina completa un break pazzesco, a cavallo dei due quarti, un 15-0 netto e convincente, con la zona 3-2 a limitare i formidabili tiratori di Fabbri e un atteggiamento più rabbioso. Nel break spiccano ancora Samoggia che crea punti da ogni dove e Brenda che non fallisce neanche questa serata, correggendo a rimbalzo il più possibile. Pepe anima Pescara, con un gioco da tre punti non perfezionato, anche Di Giacomo fallisce però in lunetta e la palla si fa pesante. Tre minuti al termine, Longano ha trovato la formula magica e osserva le accelerazioni di Baroni e Rossi che mettono in difficoltà i biancorossi, il primo fa 2/2 e il secondo, poco dopo, riceve in angolo segnando la bomba del 66-60. Altro giro di lancette e va a bersaglio solamente Maino (altri tre punti), Baroni ci mette grinta e sfacciataggine, andando a pescare il 68-63 nel traffico. Meno fortunato a 1’17” dalla fine quando manca il canestro della staffa e sul rimbalzo i grigi vedono un fallo su Pepe. Time-out, viaggio in lunetta, Pepe riporta Pescara a -3, Palestrina ha il fiatone e manca dell’uomo risolutore, a Samoggia viene fischiato un fallo di linea dopo delle pacate proteste, dall’altra parte senza esitare Rajola trasferisce per Maino che fa il colpo grosso con la tripla della parità. Stesso copione nell’ultimo possesso, non c’è fallo sull’azione confusa di Palestrina e Baroni non porta a compimento l’oneroso compito, restano una manciata di secondi e con un altro suggerimento di Rajola Dip si fa trovare presente sotto canestro con il semigancio della vittoria. Perché nel poco tempo rimasto Palestrina prova la mossa della disperazione ma la preghiera di Cara è toccata da una mano biancorossa e mentre la palla scivola sul fondo il cronometro esaurisce il secondo e mezzo senza possibilità di effettuare l’ultima rimessa. Luci e ombre, peccato per un match quasi portato in dote, ma in questa stagione ne vedremo ancora delle belle.