Il punto. Di M.Rosicarelli

Gli attestati di stima rivolti ai ragazzi che hanno vestito la casacca della Pallacanestro Palestrina in questi anno rappresentano il giusto riconoscimento a chi ha saputo davvero comprendere il valore di questa maglia. Stoffa per qualcuno, velluto per chi ha pianto davanti ad una vittoria al fotofinish o ad un canestro mancato con la palla ad uscire di un soffio. Si volta pagina ma solo con la consapevolezza di doversi adeguare alle riforme che, come nella Vita debbono farci trovare pronti a prescindere dagli obiettivi. Di conseguenza, gli addii forzati altro non sono che un arrivederci perchè le porte della Pallacanestro Palestrina sono sempre aperte a chi davvero ha nel DNA l’essere prenestino e l’amore per la palla a spicchi della nostra città. D’altronde, nello scorso play-off non sono mancati affatto quegli amici di ieri e quelli di oggi che hanno assiepato le gradinate del PalaIaia rivedendo questi colori che per anni avevano vestito, in C, in B2, B1, quando cioè si parlava il made in Italy. Si ringrazia quindi l’atleta, ma si ringrazia in primis la persona: tutti, compresi coloro che non essendo di Palestrina hanno vestito questa maglia sino all’ultimo secondo della finalissima dello scorso anno sono entrati a far parte di diritto della storia di questo Club perchè se hanno dato tanto è anche vero che qua a Palestrina hanno ricevuto tutto e, non a caso, la frase che tutti o meno ripetono ha un senso quando si veste o si è vestita la maglia della Pallacanestro Palestrina. Quale? “L’ambiente ideale per fare basket.” Non una frase di circostanza, se a ripeterla sono in tanti, segno evidente che corrisponde al vero. Pubblico esigente, Società ambiziosa, ma sempre con l’occhio all’aspetto tecnico e quello al budget perchè si sa, esserci è importante, restare in Vita di più. Un grazie allora a tutti coloro che sono entrati nella storia della Pallacanestro Palestrina sino ad oggi, e a Voi, “Nuovi arrivati”, un in bocca al lupo per responsabilizzarVi ulteriormente di quanto avete ereditato e onorare questi colori anche col semplice “ciao” per strada, esempio di umiltà e passione, tradotto Palestrina e la Pallacanestro