Il quintetto dei primi Venticinque Anni…

Il quintetto dei primi 25 anni.
I nostri lettori hanno scelto in queste settimane i vincitori dei sondaggi proposti in occasione dei festeggiamenti per il 50° anno di vita. Chiamati a scegliere tra una lista di nomi, suddivisi per ruolo, andiamo a vedere chi sono stati nominati atleti più amati a Palestrina.
Iniziamo dal playmaker, uno dei ruoli più delicati e di maggior estro, un plebiscito per Maurizio Tomassi, che esordì in D coi colori arancio verdi quando aveva quindici anni e mezzo, un talento puro e destinato ai palcoscenici maggiori. La sua grinta gli permise di entrare a far parte molto presto della prima squadra, ottenendo la promozione nello spareggio contro Todi nel quale Tomassi ebbe un ruolo da protagonista. L’anno successivo la consacrazione e la seconda promozione, mentre entrò a far parte della Nazionale Cadetti. Dopo lo spareggio a Chieti del 1972 il biondo Maurizio si ritrovò con Palestrina addirittura in B, ma arrivò per lui il tempo del grande salto portato da Bianchini alla IBP Scatto Stella Azzurra, una grande carriera tra A e A2 tornando a Roma con la maglia del Banco e poi a Perugia con la Italcable. Nel 1986 a trenta anni il ritorno a Palestrina per condurla nuovamente dalla C alla B2 e disputare la storica finale promozione contro Roseto, per appendere le scarpette al chiodo ed iniziare la carriera di allenatore.
Nello spot di guardia un pari merito tra i due cognati prenestini Maurizio Rossi ed Erminio Rischia, i cui figli tanti anni dopo si ritroveranno a far le fortune di Palestrina in ambito giovanile e senior. Rischia fece parte della nidiata che sfornò anche Tomassi e dal 1972 fino alla metà degli anni 80 indossò ininterrottamente la maglia della sua città, passando dunque dalla C alla B, per poi ritornare alla C1, eccetto una parentesi sul finire di carriera al Colleferro. Di grande impatto anche la sua esperienza in panchina, sia a Palestrina (anche nel settore femminile) che in quello giovanile, con le Finali Nazionali 3vs3, e successivamente nelle città limitrofe di Colleferro, San Cesareo e tuttora Valmontone. Carriera simile per Maurizio Rossi che iniziò però a saggiare il campionato senior dal 1977/78 non ancora maggiorenne e disputò l’ultima stagione nel 1990, vivendo gli anni della C1 e quelli della rinascita, anche per lui arriverà un futuro da coach con l’esperienza nel settore giovanile maturata a Palestrina e che oggi prosegue nella vicina Valmontone.
Miglior ala. Vincitore Giuseppe Barraco, che supera l’enfant prodige Gianluca Lulli e il pioniere Vincenzo Busca. Tre atleti straordinari, con l’ala trapanese a spuntarla, un atleta capace di mettere le radici a Palestrina e capace di vedere anche suo figlio disputare una stagione con gli stessi colori venti anni dopo. La possente ala giunse nella città del Pierluigi dopo una ridente carriera nelle serie maggiori tra Siena e Perugia, diventando figura di spicco della fortissima formazione del 1987, mettendo in mostra la sua energia a volte con esiti disastrosi per i canestri avversari…poco resistenti alle sue schiacciate: nella gara del PalaFlacco contro l’Affrico il cristallo andò completamente in frantumi. Punti a raffica, con un paio di match in cui superò la soglia dei 40 punti.
Infine il centro è stato di gran lunga scelto in Luigi Santoro, l’immenso Gigione divenne compagno di squadra di Barraco in B2 e restò a Palestrina per cinque stagioni, quasi alla soglia dei quaranta anni. Anche per Santoro una carriera rigogliosa a Roma, e l’approdo a Perugia dove conobbe Maurizio Tomassi, ritrovandolo successivamente nell’esperienza alla I.V.U. Palestrina di Beniamino Scarinci.
Oltre al “titolo” di miglior play 1962-187 Maurizio Tomassi ha bissato con il successo nella classifica dei coach, superando all’ultimo secondo Beniamino Scarinci e il Maestro Flavio Cecconi. Tomassi, come anticipato, veste i panni di allenatore nei primi anni 90 e riporta Palestrina in B2 dopo la discesa in C1, la stagione seguente è però sfortunata e verrà avvicendato in panchina, rimanendo comunque legato all’arancio verde ritornando anni dopo per un’altra promozione, la prima storica dell’era Cilia del 2002 che spalancherà le porte della B2 a Muro e soci.

Ma quanti meriterebbero menzione…Il primo coach, nel 1964 quando Palestrina iniziò la sua scalata dalla Prima Divisione, fu Vittorio Scala, poi Enzo Cipolletta che fu sostituito da Panno, Paolo Duranti e Marco Salvatori, infine arriverà il Luigi Stellani allenatore della Promozione. Nel 1968 accogliamo da Roma Luciano Santone, durò un anno perché fu portato Odino Grubessi, anche lui lasciò per Giovanni Russo, raddrizzando la squadra e portandola alla vittoria con Montecitorio e quindi in D.
In Serie D viene richiamato Luciano Santone (che morirà pochi anni dopo), ma sarà Flavio Cecconi a guidare la squadra alla serie C, dove dopo un solo anno si ottenne la promozione, col cambio tra Flavio e Luciano Fornari.
Mel primo anno di B Luciano Fornari verrà sostituito da Bill Pickens che aveva giocato a Pesaro e Stella Azzurra, un colosso buono, che non fece tuttavia una buona stagione e passò a Giorgio Donati, tecnico delle giovanili al Basket Roma. Ecco poi l’approdo di Paolo Vittori, ds Brina Rieti e consigliato dal patron Milardi, protagonista in una delle migliori stagioni della nostra storia, nel 1975-76 torna Flavio Cecconi, ma retrocediamo in C, ed arriva da Roma Tiberio Mastria, un’annata senza infamia e senza lode, lo seguirà nel 1977 Umberto della Penna, ex Banco di Roma, farà due campionati di C, all’ultimo avvicendato da Antonio Fornari. Ed ancora Alvaro Carboni, Paolo Manieri che preparerà la strada a Scarinci, fino al 1988-89 (e parentesi 1992) anni di amore smisurato a Palestrina per il basket con un allenatore che come pochi entrò nel cuore dei tifosi e che tanto diede proprio a quei tifosi, Paccariè e Tomassi a più riprese, Antonelli, le meteore Di Fonzo e Vasfi, Giordani e dopo la promozione in B2 Binetti, un condottiero che sapeva coinvolgere la “folla” e tenere unito un gruppo che contava spesso personalità forti e differenti, due semifinali e l’amaro epilogo di Atri, ma il ripescaggio diede infine il giusto merito ad un lavoro durato tre anni a Palestrina. In B1 ci si affida all’esperienza di Maurizio Polidori, avversario decenni prima e autore del miracolo TLC del 2006, ad un niente da una storica semifinale playoff con uno dei roster che meglio seppero coinvolgere l’affetto del pubblico per semplicità e impegno ogni domenica. Nonostante la amara retrocessione Polidori resterà fino al 2008, lasciando nel finale alla coppia padre-figlia Cecconi l’onore di riportare il Palestrina in terza serie. Ed a gennaio 2009 il si di Furio Steffè, capacità da vendere ed un impatto notevole con un girone di ritorno quasi perfetto, un palazzetto che ribolliva ed un contributo alla crescita del movimento arancio verde non indifferente. Applausi per lui anche l’anno successivo, con budget ridotto ma l’ebrezza di stampare per diverse giornate il nome di Palestrina al primo posto in classifica. La storia recente continua con Gianluigi Galetti che seppe dare fisionomia ad una squadra non eccelsa ma nell’anno della riforma ricordata per aver sputato sangue su ogni campo, fino ai giorni nostri per una storia tutta da scrivere.