Virtus Praeneste in paradiso, è trionfo!

ANDAMENTO INCONTRO 5′ 10′ 15′ 20′ 25′ 30′ 35′ FINALE
VIRTUS PRAENESTE 18 36 46
64
VIGNA PIA
8 25 40 45

VIRTUS PRAENESTE: BARONI 8, QUARTUCCIO 15, Caldiero 7, Cara 5, Coluzzi 5, MOLINARI 10, BRENDA 2, Cianfanelli , OMOREGIE  12, Masella ne.

All.: M. Macchi

VIGNA PIA: Forni , LIBERATI 6, Verde 12, MARINI 11, DI BERNARDINI 4, Ralli ne, COSTANTINI 5, Conforti ne, BERRETTA 6, Paolucci ne.

All.: T. Carradore

Arbitri: Quaranta di Roma (Rm) e Barbieri di Roma (Rm)

Scontro finale tra Virtus Praeneste e Vigna Pia. Gara3 aperta dai prenestini che sembrano non aver accusato il colpo del match gettato al vento in casa dei romani, palla nelle mani di Quartuccio e Molinari che in tre minuti maturano subito il primo break: 6-0.
Fa fatica Carradore a trovare le contro mosse, mentre i prenestini non alzano il piede dall’acceleratore lasciando agli avversari la miseria di un punto dalla lunetta e un solo canestro dal campo. Quando si scalda il capitano Molinari, il divario si fa preoccupante (per i biancorossi), 12-3 che non lascia spazio a dubbi di sorta, con l’unica pecca di una mira dall’arco che consegna un misero 0/4. E’ invece una soluzione dai 6.75 a consentire al Vigna Pia di accorciare e siglare il 16-8, prima che una poderosa schiacciata a una mano di Omoregie consegni alle statistiche il primo quarto.
Il colored da saggio anche della sua bravura al tiro, con un piazzato e un sottomano che porta il risultato sul 22-8. Nuova bomba dei romani, risponde immediatamente Quartuccio (25-11), non può più farsi attendere la reazione degli ospiti che rischiano di perdere la briglia del match, e in un paio di minuti (con intermezzo del time-out chiamato da Macchi) l’operazione rimonta si fa concreta. Sette punti tutti di marca Vigna Pia, con la zonetta che manda in black-out l’attacco di casa. Risolve la situazione un Quartuccio sicuramente migliore in campo finora, e anche Coluzzi impiega pochi secondi a iscriversi a referto sancendo la fine del breve periodo di appannamento: 32-20. Animi senz’altro più caldi rispetto alle precedenti sfide ed arriva anche un antisportivo subito in ripartenza da Baroni che potrebbe risultare letale. Due errori ai liberi però per il play, possesso successivo che sfuma sul primo ferro e pericolo sventato. Ma nel concitato finale c’è ancora spazio per una menzione per Quartuccio, capace di abbrancare la rimessa dei biancorossi alla disperata ricerca di un tiro in soli 4 secondi, pallone depositato nella retina ed ancora la doppia cifra tra le due finaliste: 36-25.
Col terzo fallo di Omoregie nella ripresa c’è in campo Caldiero per la Virtus, si va avanti al piccolo trotto, con poca sofferenza dei prenestini che possono così amministrare il vantaggio e ruotare gli effettivi per un meritato riposo. Quartuccio continua ad illuminare, Baroni corregge la mira dalla lunetta, Molinari attacca il ferro con decisione, Marini le prova tutte per segnare e tenere in linea di galleggiamento i suoi. Gli ultimi minuti della terza frazione regalano errori a go-go e con la Virtus ferma a quota 46, sono sufficienti e fondamentali i sei punti conquistati dagli ospiti per rendere i restanti dieci minuti ricchi di pathos (46-40).
Nelle prime curve della frazione spiccano il sospirato primo sorriso di Brenda e l’ennesima carambola offensiva presa da Omoregie e tramutata in due punti. Vigna Pia, che spreca altri due liberi, non approfitta neanche del quarto fallo commesso dal lungo degli arancio verdi, anzi è il nr.8 Marini a raggiungere il quinto e lasciare anzitempo la sfida. Un personale messo da Baroni, stesso percorso per Di Bernardini, deludente questa sera, e qualche istante dopo gioco da tre punti invece per Caldiero che fa sognare il PalaIaia e mette la sua griffe alla finale. Cadono le speranze del Vigna Pia sotto i colpi di una Virtus che rasenta la perfezione col passare dei minuti, si inizia a festeggiare ben prima della fine e nel frattempo Baroni, Cara e Quartuccio pensano a rinfoltire il bottino per un degno epilogo di questa stagione. Abbracci in campo e strette di mano, giunge il suono della sirena conclusiva e il 64-45 decreta la regina di questa serie, appassionante, corretta e che permette alla Virtus Praeneste di coronare un piccolo sogno e mettere in mostra, se ancora ce ne fosse stato bisogno, lo splendido lavoro su queste annate da parte del vivaio di Palestrina. E ora festa sia…

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