Galetti nel dopo-Patti

Difficile rendere idea della soddisfazione per questa nuova impresa, resa al meglio dall’esultanza liberatoria alla sirena conclusiva

Un segnale importante in condizioni indicibili e per noi avverse, la squadra ha lottato contro tanti fattori, e il risultato non da il giusto merito. Alla fine eravamo in una situazione incredibile, c’era bisogno che rendessimo a tutti questo segnale, spero che questo porti ad avere maggior rispetto per noi. Più esattamente per le persone e per il lavoro svolto, noi entriamo in campo col massimo rispetto dell’avversario, degli arbitri e delle regole e credo debbano essere corrisposte, sempre e da tutti. Il campo ha detto che i nostri giovani possono giocare, altri possono sopportare il peso di questo campionato, ma finché non avremo una condizione fisica decente saremo soggetti a questa altalena di risultati, purtroppo.

Una vittoria ad Agrigento, e lo stop con Potenza. Il nuovo successo in Sicilia ed ora un’altra lucana. Importante come una settimana fa mantenersi nella giusta ottica per evitare valutazioni errate.

Bisogna viverla tranquillamente, ho detto alla squadra di ricordarsi dell’atteggiamento tenuto da Patti, e che noi non ce lo possiamo permettere perché perderemmo sicuramente. Speriamo in questo successo interno, che ci meritiamo oserei dire, la nostra volontà è ribadire che questa è casa nostra. Chissà, già nelle nostre migliori prestazioni abbiamo poi raccolto zero punti, la gara con Trapani e il primo tempo con Potenza, vediamo di ripetere quanto creato cercando come sempre di ovviare alle nostre assenze. Diamo atto però a questi ragazzi che tirano dritto, davanti l’atteggiamento della gente, davanti gli infortuni e la malasorte, davanti ai risultati negativi; e sono contento che anche quelli meno coinvolti stanno sempre più prendendo coscienza del loro ruolo e si rendono disponibilissimi ad ogni sacrificio.

Partita delicata per gli arbitri quella di domenica, anche da Matera giunge insoddisfazione per le recenti gare, la richiesta di arbitraggi con la A maiuscola come è vista da una squadra come la nostra che più giovane non si può?

Che dire noi! che combattiamo già con la sorte avversa, e ci guardano con l’aria degli agnelli sacrificali, quasi che un tiro sbagliato sia per forza per colpa nostra. Ben venga un arbitraggio equo, mi è capitato spesso di sentire la frase “giochiamo in casa e qui non si fanno certe cose”, sono proteste assurde, ma siamo ancorati a questi pre-concetti. Noi nella nostra situazione già precaria figuriamoci se possiamo pensare a ciò, per di più domenica eravamo talmente contati che estremismi tattici e aggressività ci erano preclusi.